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martedì 8 luglio 2014

-A volte ritornano-

Ciao a tutti!! *commossa*
Mi è mancato tantissimo scrivere sul blog in questo periodo ma come sapevate avevo gli esami e sono stata super-impegnata
Tutto però si è concluso bene ma, soprattutto, si è concluso! Quindi finalmente potrò godermi quella che, ahimè, sarà in ogni caso l'estate più breve della mia vita: solo due mesi e poi si riparte tra esami d'ammissione e giri per segreterie °3° (Va be', poteva andarmi peggio).

Quanto al percorso che ho portato all'esame, sono molto contenta del risultato finale e soprattutto di aver potuto parlare di qualcosa che avesse stimolato la mia curiosità e non, come accade alle volte, di un argomento che per quanto serio/complesso/potenzialmente interessante finisce per essere esposto male e in fretta perché non trattato con interesse in primis dallo studente.
Siete ora curiosi di sapere di cosa ho parlato? :3 Be', visto che gli esami sono finiti posso rendere la mia "opera" di dominio pubblico quindi ecco a voi:



Hiroshima e Nagasaki

arte e letteratura del nucleare

Il 6 agosto 1945 l'Aeronautica militare americana sganciò il primo ordigno nucleare mai impiegato in un contesto bellico, nome in codice “Little Boy”, sulla città di Hiroshima seguito a tre giorni di distanza dallo sgancio di una bomba simile, denominata “Fat Man”, al di sopra della città di Nagasaki.
Entrambi gli ordigni erano il risultato delle ricerche condotte dagli appartenenti al Progetto Manhattan, nato nel 1939 durante l'amministrazione Roosvelt, il quale arrivò a contare più di 130 000 persone che dedicassero i propri sforzi allo sviluppo di tecnologie tali da realizzare ordigni atomici e alla produzione di sufficienti quantità di materiale fissile.

Little boy” dal diametro di un metro e mezzo, lunga tre e con un peso di cinque tonnellate non aveva un bersaglio preciso che fu deciso al momento, in base alle condizioni atmosferiche dunque fino all'arrivo del bollettino meteorologico: "a Kokura cielo coperto in prossimità del suolo per nove decimi; a Nagasaki coperto totalmente; a Hiroshima quasi sereno, visibilità 10 miglia"
Perché scegliere un bersaglio con una visibilità tanto elevata? Hiroshima è stato allora soltanto un test?
Diversi fattori concorrono ad indicare che sia stato effettivamente così secondo l'attuazione di quel pensiero strumentale, su cui si basava la critica alla società occidentale del filosofo tedesco Max Horkheimer, che esprime una razionalità malata e tuttavia alla base della società: la volontà dell'uomo di dominare la natura accompagna un processo di “disumanizzazione” tale per cui il progresso minaccia di distruggere l'idea stessa di uomo ovvero la sua umanità, la sua capacità critica, a cui non viene più sottoposto il dilemma circa la bontà dei fini che si intende raggiungere poiché è il “sistema” che distingue il bene dal male e non più la ragione che, privata della sua autonomia, diviene strumento per raggiungere scopi già stabiliti.
Quanto alla scelta della località, Hiroshima era il centro perfetto, insieme ad altri selezionati precedentemente, per sperimentare gli effetti di un ordigno nucleare su una città. Il ponte Aioi, sul fiume Ota, in virtù della sua forma a “T” risultava un ottimo bersaglio per la sua posizione centrale e come elemento per misurare la scala dell'area interessata dalla detonazione mentre il B29 “Great Artist” accompagnava, con compiti di ricognizione fotografica, il B29 “Enola Gay” pilotato da Paul W. Tibbets che avrebbe invece lasciato cadere l'ordigno.

La tragicità degli avvenimenti del 1945 colpì fortemente tanto i giapponesi quanto l'opinione pubblica mondiale: dall'ambito musicale a quello letterario a quello cinematografico è impossibile non individuare testimonianze di quanto accaduto.

Il libro forse più noto è “Sadako Will Leben!” di Karl Bruckner, giunto in Italia come “Il gran sole di Hiroshima”.
Sadako è una hibakusha, una dei sopravvissuti alla detonazione della bomba atomica ovvero <<coloro che non si suicidarono nonostante avessero tutte le ragioni per farlo; che hanno salvato la dignità umana in mezzo alle più orrende condizioni mai sofferte dall'umanità>>, come li definì il premio Nobel per la letteratura Kenzaburō Ōe nel suo libro “Note su Hiroshima”, testimonianza di un popolo che con grande dignità vive giorno per giorno il dramma di combatte una battaglia per la vita molto spesso vana.
La narrazione de “Il gran sole di Hiroshima” procede seguendo soprattutto le vicende anteriori e posteriori allo sgancio della bomba atomica sulla città dal punto di vista di Sadako e del fratellino di sei anni più grande, Shigeo, descrivendo le vicende della dura vita quotidiana comune a milioni di giapponesi (la fame costante, i turni interminabili delle operaie nell'industria bellica, l'assenza di un padre che come molti uomini era stato costretto ad arruolarsi) ma anche il fermento che si viveva nelle basi giapponesi, in cui alcuni già avevano compreso come la guerra fosse perduta avendo ormai l'Imperatore preparato un'offerta di capitolazione, e in quelle americane, in cui si avvertiva il senso d'attesa per qualcosa di grande che ancora doveva accadere.
Sadako, a cui a soli undici anni venne diagnosticata la leucemia, piegò innumerevoli gru di carta affidandosi ad un'antica leggenda secondo cui colui che ne avesse create mille avrebbe potuto esprimere un desiderio, quello di poter tornare a giocare e correre come tutti i suoi coetanei, ma la morte della bambina fu inevitabile: nel 1958 venne collocata nell'Hiroshima Peace Memorial una statua raffigurante una bambina dalle cui mani spicca il volo una gru, divenuta simbolo di pace, e oggi tutt'attorno ad essa sono presenti migliaia di ghirlande di carta.

A livello musicale sono numerosi i brani che potrebbero essere richiamati alla memoria, fra questi vi è quello degli Iron Maiden, “Brighter than a thousand suns”:

Bury your morals and bury your dead
Bury your head in the sand
E=mc squared you can relate
how we made God
With our hands “

Forte è la denuncia di un atto compiuto dagli stessi uomini che ora seppelliscono la propria morale, affermando che un atto simile, pur avendo sacrificato vite giapponesi, era stato in grado di risparmiare un numero ben maggiore di vite americane: come sostenuto da Tzvetan Todorov, filosofo e saggista bulgaro, tuttavia <<l'argomento dei morti probabili ma evitati non sembra del tutto convincente>> inoltre viene da domandarsi se la capitolazione incondizionata, auspicata conseguenza dello sgancio dell'atomica, fosse veramente così indispensabile da giustificare il dispiego di tali mezzi. Il Giappone sarebbe stato disposto ad arrendersi a condizione però di poter mantenere un'istituzione fondamentale e storica come quella dell'Imperatore ma, al rifiuto apposto dagli americani, non rimase che la via del <<combattimento all'ultimo sangue>>; all'indomani della vittoria USA, tuttavia, gli americani decidono di mantenere l'istituzione dell'Impero ma, dal momento che una tale formula venne accettata, appare incongruo l'impiego degli ordigni nucleari ai fini della capitolazione. Più realisticamente è possibile immaginare che uno degli intenti degli USA fosse impressionare la Russia con la propria schiacciante potenza bellica il che costituirebbe il primo passo verso la Guerra Fredda; un peso non indifferente sulla decisione dello sgancio lo ebbero anche il ricordo dell'umiliazione subita a Pearl Harbor e il razzismo nei confronti dei giapponesi fomentato dalla propaganda americana nonché il pensiero strumentale ben rappresentato nelle parole di Robert Oppenheimer, direttore scientifico del progetto Manhattan che diede vita alle prime bombe atomiche:<<A mio parere, quando si vede qualcosa che è tecnicamente seducente, si parte e lo si fa; ci si pone le domande su ciò che provocherà solo dopo aver ottenuto il successo tecnico>>.

Fra le opere che fanno riferimento agli eventi legati alla bomba nucleare, riveste un ruolo di particolare rilievo la già citata “Note da Hiroshima”, in cui Kenzaburō Ōe cede la parola agli hibakusha e ai medici che ebbero a che fare con loro, persone divise fra il dovere di ricordare e il diritto a mantenere il silenzio, a non diventare solo nuove vittime che vadano ad aggiornare le statistiche: Ōe riporta parte di una lettera inviatagli dal medico Matsusaka Yoshitaka in cui questi scrive:<<La gente di Hiroshima [...] vuole avere una sua vita e una sua morte. Non vuole che la sua sciagura venga messa in mostra e trasformata in dati a uso del movimento antinucleare o di qualche altra battaglia politica>>; da queste poche parole appare con chiarezza come uno dei desideri principali degli hibakusha, ripreso in modo ricorrente nel libro, sia quello di poter essere padroni della propria vita preferendo, con grande dignità, vivere come persone ordinarie almeno fino all'eventuale presentarsi dei sintomi piuttosto che <<essere trattati come dati da scagliare contro la proliferazione delle bombe atomiche>>. Il termine stesso hibakusha indica coloro che sono stati colpiti dal bombardamento (da “hi” subire, “baku” esplosione, “sha” persona) e non, come sarebbe più facile identificarli, i sopravvissuti all'olocausto atomico, termine per altro poco apprezzato dagli stessi hibakusha quasi paresse loro di offendere la memoria dei propri morti: è una sottile differenza lessicale che tuttavia mette ben in mostra come negli hibakusha sia possibile trovare, come scrive lo stesso Ōe, il cuore della dignità umana.
È tuttavia naturale domandarsi perché si sappia così poco delle vicende legate agli hibakusha tuttavia loro per primi hanno spesso espresso il desiderio di poter dimenticare così da non essere considerati diversi e furono moltissimi i casi di suicidio e di chi si segregò volontariamente nelle proprie case. A queste motivazioni è possibile aggiungere il fatto che la testimonianza degli hibakusha è stata talvolta messa a tacere, come il diario composto da 176 testimoni che venne sepolto in un archivio in modo tale da non suscitare ulteriore imbarazzo per gli americani, ma è proprio su queste parole dimenticate che si basa il saggio di Ōe, rendendole il fulcro su cui si basa l'opera.

Uscendo da un contesto letterario, numerosi restano i lavori che si legano più o meno velatamente alle vicende di Hiroshima e Nagasaki: molti di essi appartengono alla sfera cinematografica e più nello specifico a quella dei film d'animazione, una produzione assai fiorente in Giappone, benché piuttosto sminuita nel nostro Paese.

L'animazione giapponese nacque negli anni Trenta all'insegna della guerra e come mezzo di propaganda al sistema nazionalista sotto forma di cortometraggio tanto che fra il 1933 e il 1938 vennero tratti cinque corti dal manga Norakuro (“Nero Randagio”) il cui protagonista è un cane che si arruola nell'Esercito Imperiale. Kuro incarna l'immagine del soldato coraggioso, un'icona adeguata al periodo essendo l'esercito giapponese impegnato nella guerra contro la Cina, a cui è riconducibile l'Esercito delle Scimmie contro cui combatte Kuro, in seguito al cosiddetto Incidente della Manciuria in cui un tratto di ferrovia giapponese, nei pressi di Mukden, venne fatto esplodere nel 1931; l'attentato venne attribuito a terroristi cinesi e in questo modo il Giappone colse il pretesto per invadere ed annettere la Manciuria.

Per quanto riguarda la situazione che seguì le vicende di Hiroshima e Nagasaki, alcuni elementi chiave di quel dopoguerra segnarono fortemente l'immaginario da cui la produzione artistica successiva attinse inoltre la sottomissione, anche psicologica, agli Stati Uniti e la mancata possibilità di metabolizzare il proprio lutto storico fecero emergere colpe e colpevoli.
Il tentativo di trasformare il Giappone in un Paese democratico filo-occidentale si scontrò con il radicato concetto di ie, famiglia, che più ampiamente indica un gruppo sociale fondato su un certo tipo di organizzazione gestionale e in cui i rapporti umani all'interno del gruppo sono considerati essere più importanti di qualsiasi altro rapporto; tuttavia, con l'approvazione della nuova Costituzione il 5 marzo 1946, le nuove libertà individuali entravano in contrasto con la più antica idea di ie: il Giappone viveva così la sua prima grande frattura da cui emerse una generazione recante con sé quella dicotomia che nel campo dell'animazione si tradusse in uno scontro aperto con la generazione precedente.
Ai giovani era assegnato il difficile compito di ricostruire il presente e pianificare il futuro di un Paese ormai privo di figure di riferimento, in una nazione che aveva subito l'umiliazione della sconfitta e il cui Imperatore era stato costretto a negare la propria natura divina, da sempre ispiratrice del popolo giapponese.
<<Di questo trauma,>> scrive Jean-Marie Boussiou, storico del Giappone <<i futuri mangaka hanno tratto due grandi narrazioni che si trovano in molteplici forme fin nei manga odierni>>: un primo filone narrativo propone un mondo post-apocalittico in cui, gruppi di giovani sopravvissuti, devono far fronte al fallimento degli adulti in una continua lotta per la sopravvivenza; il secondo scenario vede come protagonisti giovani nipponici al comando di macchine formidabili nella lotta contro l'invasione del proprio Paese ad opera di razze aliene, vincendo quella guerra che i loro padri avevano perso.
L'elemento scientifico è essenziale nel periodo in cui i giapponesi si sono resi conto del potere della tecnologia e della scienza contro cui tutto il loro coraggio risulta inutile: il compito delle nuove generazioni è dunque appropriarsi della tecnologia e metterla però al servizio della pace e del progresso per evitare una “nuova Hiroshima”.

Per quanto riguarda i lungometraggi, uno dei riferimenti più espliciti è riscontrabile nel film di Hayao Miyazaki “Nausicaä della Valle del Vento”, considerato il primo prodotto dallo Studio Ghibli per le tematiche riconducibili ai lavori successivi benché effettivamente realizzato prima della fondazione dello stesso, in cui viene proposto un mondo reduce dalla cosiddetta battaglia dei Sette Giorni in cui furono adoperati giganteschi automi dotati di arsenali atomici. La potenza di simili armi interessa molti sopratutto il regno di Tolmekia il quale è disposto a risvegliare uno dei Guerrieri Invincibili pur di ottenere quella potenza militare che gli avrebbe assicurato il dominio sui regni vicini.
Un altro aspetto interessante riguarda il ruolo che viene attribuito alla Giungla Tossica, una distesa di piante velenose che ha cominciato a ricoprire il pianeta come effetto delle radiazioni; tramite alcuni esperimenti, Nausicaä comprende come sia solo il terreno superficiale, essendo contaminato, a rendere pericolosa la vegetazione: non è dunque la natura a costituire un pericolo di per sé bensì è l'uomo a danneggiarla, finendo per danneggiare anche se stesso una volta valicati dei limiti che non andavano superati.

Oltre allo sgancio delle bombe atomiche, anche i numerosi blitz aerei che gettarono bombe incendiarie sulle città giapponesi, e soprattutto su Tokyo, lasciarono un segno indelebile nella memoria della nazione: in un Paese in cui gran parte delle abitazioni era costituito di legno e carta, il fuoco faceva molti più danni delle bombe consuete; richiami a simili fatti sono riscontrabili nel film “Una tomba per le lucciole” di Isao Takahata in cui viene offerta una profonda riflessione sull’impatto deformante che la guerra ha sull'uomo seguendo i passi di due fratelli i quali, rimasti orfani dopo una pioggia di bombe incendiarie su Kobe e costretti a vivere da una zia che con molta ipocrisia afferma di prendersi cura di loro nonostante l'ingratitudine che le dimostrano, lasciano la casa dei parenti per vivere da soli. Il lungometraggio presenta spesso immagini forti in cui una violenza, non gratuita, e la sofferenza della gente comune rivelano la follia e l'irragionevolezza della guerra, evidenziando il sacrificio dell'infanzia dei due protagonisti, Seita e Setsuko, passata in secondo piano rispetto alla necessità di sopravvivere. I toni cupi e talvolta crudi pongono lo spettatore in una sensazione di impotenza condivisa dai fratelli i quali andranno entrambi incontro alla morte, in un buio, metafora della guerra, in cui le lucciole, effimere e fugaci, sono le uniche fonti di luce.

L'elemento comune a tutte queste opere è la volontà di mantenere vivo un ricordo, perché avvenimenti di simile gravità non vengano scordati ma è anche chiara la volontà di guardare al futuro e non fare dei sopravvissuti delle vittime, riconoscendo loro la dignità di persone che non sono solo statistiche o volti anonimi, quasi irreali, e che non possono e non devono essere relegate nel passato: <<Chi di noi>> si domanda Ōe <<potrà chiudere i conti con Hiroshima?>>.


Bibliografia:
Sadako Will Leben!” di Karl Brukner 1961, “Il gran sole di Hiroshima” 1969 Giunti, traduzione italiana di Maria Minellono.
Hiroshima nōto” di Kenzaburō Ōe 1965, “Note da Hiroshima” 2008 ALET, traduzione italiana di Gianluca Coci.
Memoria del male, tentazione del bene. Inchiesta su un secolo tragico” di Tzvetan Todorov, Garzanti 2011, traduzione italiana di R. Rossi (pp. 277-283, 285-287)
Il Manga. Storia e universi del fumetto giapponese” di Jean-Marie Bouissou, Tunué 2011 (pp.41-42)

Testo:Brighter than a thousand suns” Iron Maiden, A Matter of Life and Death” (2006)

We are not the sons of God
We are not his chosen people now
We have crossed the path he trod
We will feel the pain of his beginning
Shadow fingers rise above
Iron fingers stab the desert sky
Oh Behold the power of man
On its tower ready for the fall
Knocking heads together well
Rise a city build a living hell
Join the race to suicide
Listen for the tolling of the bell
Out of the universe a strange love is born
Unholy union trinity reformed
Yellow sun it’s evil twin
In the black the wings deliver him
We will split our souls within
Atom seed to nuclear
dust is riven
Out of the universe a strange love is born
Unholy union, trinity reformed
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Bury your morals and bury your dead
Bury your head in the sand
E=mc squared you can relate
how we made God
With our hands
Whatever would Robert have said to his God
About how we made war with the sun
E=mc squared you can relate
how we made God
With our hands
All the nations are rising
Through acid veils of love and hate
Chain letters of Satan
Uncertainty leads us all to this
All the nations are rising
Through acid veils of love and hate
Cold fusion and fury
Divide and conquer while ye may
Others preach and others fall and pray
In the bunkers where we’ll die
Where the executioners they lie
Bombers launch with no recall
Minutes warning of the missile fall
Take a look at your last sky
Guessing you won’t have the time to cry
Out of the universe a strange love is born
Unholy union, trinity reformed
Out of the darkness
Out of the darkness
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Out of the darkness
Brighter than a thousand suns
Holy Father we have sinned
Traduzione:
Non siamo i figli di Dio
Adesso non siamo il suo popolo prescelto
Abbiamo attraversato il sentiero che ha percorso
Sentiremo il dolore della sua creazione

Le dita dell’ombra si innalzano nell’aria
E le dita di ferro pugnalano il cielo del deserto
Oh, osservate il potere dell’uomo
In cima alla sua torre, pronto a cadere

Sbattiamo la testa ma non capiamo comunque
Costruiamo una città e creiamo un inferno
Unitevi alla razza per il suicidio
Ascoltate il battito della campana

Fuori dall’universo è nato uno strano amore
Un’unione sacrilega, la trinità si è riformata

Il sole giallo ha un gemello maligno
Le ali lo portano in mezzo all’oscurità
Le nostre anime scompariranno da dentro di noi
Il seme atomico viene spaccato in due
dalla polvere nucleare

Fuori dall’universo è nato uno strano amore
Un’unione sacrilega, la trinità si è riformata

Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli

Seppellite le vostre morali e i vostri morti
Seppellite le vostre teste nella sabbia
Potete basarvi sulla regola dell’e=mc2
È così che abbiamo creato Dio
Con le nostre mani
Qualsiasi cosa Robert abbia detto al suo Dio
A proposito della nostra guerra contro il sole
Potete basarvi sulla regola dell’e=mc2
È così che abbiamo creato Dio
Con le nostre mani

Tutte le nazioni stanno salendo al cielo
Attraverso acidi veli di amore ed odio
Le lettere a catena di Satana
E l’incertezza ci hanno portato a tutto ciò
Tutte le nazioni stanno salendo al cielo
Attraverso acidi veli di amore ed odio
Fusione fredda e furia

Dividete e conquistate, finché potete
Gli altri pregano e gli altri cadono e pregano
Nei bunker dove moriremo
Riposano gli esecutori

Le bombe vengono lanciate senza ritegno
I minuti prima della caduta del missile sono pochi
Guarda il cielo per l’ultima volta
Credo che non avrai tempo per piangere

Fuori dall’universo è nato uno strano amore
Un’unione sacrilega, la trinità si è riformata

Fuori dall’oscurità
Fuori dall’oscurità
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli
Fuori dall’oscurità
Più luminoso di mille soli

Santo Padre, abbiamo peccato


Kaze no tani no Naushika” di Hayao Miyazaki 1984 (”Nausicaä della Valle del Vento”), Giappone 116min colore.
Hotaru no haka” di Isao Takahata 1988 (“Una tomba per le lucciole”), Giappone 85min colore.

Sitografia:


E voi? Come avete passato questi giorni? A qualcuno sono stati inflitti i dolorosi esami di maturità? Come sono andati? E, per ci è già passato, come vi era andata? Quali livelli di panico estremo eravate stati in grado di raggiungere? **
Fatemi sapere, si accettanoopinioni, impressioni ed esperienze! :D

4 commenti:

  1. Complimenti Miki, per i risultati ottenuti e per la bellissima tesina!
    Ora goditi le meritate vacanze!

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    1. Grazie mille :D
      Cercherò di sfruttare al massimo questi due mesi **

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  2. Ciao Miki,
    buone vacanze allora... anche se un po' corte!

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    1. Grazie :3
      Vedrò di accontentarmi: sono sempre meglio di nulla xD

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