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lunedì 28 aprile 2014

-Chi ben comincia- #4

Buonasera cari lettori! :D

In attesa che io riesca a comporre una squadra vagamente decente nel tentativo di sopravvivere nella Book tag di Giusy P. (che trovate qui), vi propongo l'incipit di un nuovo libro!
Non sarà il vero incipit perché il primo capitolo parla di personaggi che non si vedranno mai più quindi vi mostro l'inizio del secondo che vi dà molto di più un'idea del libro :3

Ripassiamo le regole!


Si prende un libro qualsiasi nella propria libreria (magari è meglio averlo prima letto... xD)
Si copiano le prime righe (possono essere 10-15 oppure di più... come preferite)
Si scrive titolo e autore del libro per chi fosse interessato ad acquistarlo
Si aspettano i commenti

Il titolo di oggi è "Sono il Numero Quattro", romanzo di fantascienza scritto da Pittacus Lore, pseudonimo adottato dagli autori James Frey e Jobie Hughes.

"All’inizio eravamo in nove. Quando siamo partiti eravamo piccoli, quasi troppo piccoli per ricordare. 
 Quasi.
 Mi è stato detto che la terra tremava, che i cieli si erano riempiti di luci e di esplosioni. Eravamo in quelle due settimane dell’anno in cui entrambe le lune sono sospese agli estremi opposti dell’orizzonte. Era un momento di festa, e all’inizio le esplosioni furono scambiate per fuochi d’artificio. Fu un errore. Faceva caldo, una lieve brezza soffiava dall’acqua verso l’entroterra. 
 Me lo sento sempre ripetere: faceva caldo, c’era una lieve brezza. Non ho mai capito perché sia importante. 
 Il ricordo più vivido è l’immagine di mia nonna: agitata, triste, con le lacrime agli occhi. Mio nonno era dietro di lei; ricordo la luce del cielo riflessa nei suoi occhiali. Ci furono abbracci, parole pronunciate da entrambi, ma non so più quali. Non c’è niente che mi tormenti di più. 
 Ci volle un anno per arrivare sulla Terra. Avevo cinque anni quando giungemmo. Dovevamo assimilarci alla cultura locale, per poi ritornare su Lorien quando il pianeta avesse potuto nuovamente accogliere la vita. Dovevamo disperderci, ciascuno di noi nove doveva andare per conto proprio. 
Nessuno sapeva per quanto tempo. Non lo sappiamo ancora. Nessuno degli altri sa dove io sia, e io non  so dove siano loro, né quale aspetto abbiano oggi. È così che ci proteggiamo. Fin dalla nostra partenza, infatti, c’è un incantesimo su di noi: finché saremo separati, potremo essere uccisi soltanto in ordine di numero. Se ci riunissimo, l’incantesimo si spezzerebbe. 
 Quando uno di noi viene trovato e ucciso, intorno alla caviglia destra dei sopravvissuti si forma una cicatrice circolare. Sulla caviglia sinistra invece, fin dalla creazione dell’incantesimo loric, abbiamo una piccola cicatrice identica all’amuleto che ciascuno di noi porta. Anche le cicatrici circolari fanno parte dell’incantesimo: rappresentano un sistema di allarme, affinché ognuno di noi sappia a che punto siamo e se sarà il prossimo sulla lista del nemico. 
 La prima cicatrice è arrivata quando avevo nove anni. Mi sorprese nel sonno, imprimendosi a fuoco nella mia carne. Vivevamo in Arizona, in una cittadina al confine col Messico. Mi svegliai urlando nel cuore della notte, terrorizzato, mentre la cicatrice mi bruciava la pelle. 
 È stato il primo segnale: i Mogadorian ci avevano trovato ed eravamo in pericolo. Prima che arrivasse la cicatrice, mi ero quasi convinto che i miei ricordi fossero sbagliati, che i racconti di Henri fossero sbagliati. Volevo essere un bambino normale, fare una vita normale, ma in quel momento capii di non esserlo, al di là di ogni dubbio e di ogni possibile discussione. Ci trasferimmo in Minnesota il giorno seguente. 
 La seconda cicatrice è arrivata quando avevo dodici anni. Ero a scuola, in Colorado, e stavo partecipando a una gara di ortografia. Non appena cominciai a sentire il dolore, capii che cosa stava succedendo e che cosa era capitato al Numero Due. Il dolore era atroce, ma sopportabile. Sarei rimasto sul palco, ma il calore mi fece incendiare il calzino. L’insegnante che gestiva la gara spense il fuoco con l’estintore e mi portò di volata all’ospedale. Il medico del pronto soccorso vide la prima cicatrice e chiamò la polizia. Quando arrivò Henri, minacciarono di arrestarlo per violenza su minore; ma non era con me quand’era comparsa la seconda cicatrice, così dovettero lasciarlo stare. Salimmo in macchina e ce ne andammo via. Nel Maine, questa volta. Abbandonammo tutto ciò che avevamo, tranne lo scrigno loric che Henri porta sempre con sé a ogni trasloco. Finora ci siamo trasferiti ventun volte. 
 La terza cicatrice è apparsa un’ora fa."


"Sono il Numero Quattro" è il primo di una serie di sette libri, in Italia siamo arrivati al quarto, e nel 2011 è uscito nel nostro Paese il film omonimo che è un po' 'na schifezza... ma tanto lo sapete ormai che io sono avversa alla maggiorparte delle trasposizioni cinematografiche.
Il motivo per cui mi sento di consigliarne la lettura, benché questo libro non possa esattamente essere considerato una delle pietre miliari della fantascienza (per queste cose dovreste leggervi "Guida galattica per gli autostoppisti" di Douglas Adams...), è la sua atipicità: l'alieno non è Superman, sempre pronto a salvare tutti senza mai farsi nemmeno un graffio, senza mai dubbi né paure, ma è un ragazzo, un adolescente con i suoi alti e bassi.
Bisogna ammettere che il primo volume tende a dilungarsi sulla vita "normale" di Quattro ma è una serie lunga e quindi una descrizione più diluita nel tempo degli eventi è lecita visto che dal secondo volume il nostro Quattro/John Smith non rimetterà probabilmente mai più piede a scuola; questo aspetto è stato un po'criticato da alcuni ma personalmente non l'ho trovato per nulla fastidioso visto che dà la possibilità di entrare "in sintonia" con il personaggio e cominciare a capire come e a che cosa pensa.
Siete ancora dubbiosi? Non vi vi di comprare un libro che potrebbe non piacervi?
Ho una sorpresa per voi: cliccate qui e tutti i vostri problemi saranno risolti!
Fatemi sapere cosa pensate di questo libro e se avete intenzione di cominciarlo :D


P.S.
Ho cambiato grafica, signori! E senza neanche cancellare tutto inavvertitamente!
Ma ciò ha richiesto una bella litigata con Blogger -u- ma infondo noi ci vogliamo bene oppure no.

3 commenti:

  1. Ciao Miki ^_^ vedo che hai cambiato grafica..molto carina!
    Sono il numero quattro lo sto leggendo al momento ed è molto carino ^_^ ho già visto il film e mi è piaciuto! Non è il più bello che io abbia visto, ma è comunque piacevole! E poi, adoro Alex Pettyfer *_*

    Non vedo l'ora di leggere il tuo tag *___*

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    Risposte
    1. Grazie Giusy! :3
      Comunque non è che fosse un film così brutto (anche se il libro era meglio...) ma era una di quelle cose piuttosto semplici e il solo fatto che verso la fine la trama si distacchi, anche se di poco, dal libro mi dà troppo sui nervi, è più forte di me! xD
      Temo purtroppo che dovrai aspettare un po' per il tag: nei prossimi giorni sarò un po' presa con la scuola quindi non sarò qui granché... :'(

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